Esistono tantissime tipologie di resine che vengono scelte a seconda dell'ambito applicativo, delle caratteristiche tecniche finali e dall'aspetto visivo che si vuole ottenere. 

Tra le tante tipologie presenti sul mercato la resina trasparente epossidica è quella che viene utilizzata maggiormente in quanto risulta essere un prodotto molto versatile che permette di effettuare tantissime lavorazioni e svariati effetti visivi in diversi ambiti applicativi (fai da te, hobbistico, professionale, industriale) ed è un modo molto divertente per esprimere la propria creatività. Questa tipologia di resina può essere utilizzata tal quale o può essere colorata attraverso apposite paste colore, colori semi-coprenti, polveri metalliche, pigmenti in polvere ossidi, pigmenti in polvere metallizzati, etc. 

Se hai difficoltà a calcolare il rapporto di miscelazione tra il componente A e componente B puoi usare in nostro tool automatico di calcolo rapporto AB.

Se hai bisogno di calcolare la quantità di resina da colare puoi utilizzare il nostro strumento di calcolo della massa

Diversamente da come si può pensare questo prodotto non è facilissimo da utilizzare e può risultare molto esigente, specialmente per gli utilizzatori alle prime colate. Quindi se ti è capitato di utilizzare la resina e di ottenere risultati poco soddisfacenti non ti devi preoccupare perché non sei la prima persona e non sarai neanche l'ultima :).

Purtroppo alcune volte le resine possono creare delle problematiche più o meno importanti che impattano considerevolmente sul risultato finale. Nei punti qui sotto elencherò quelli che sono alcuni dei problemi che si presentano più comunemente durante l'utilizzo della resina e delle possibili soluzioni o accorgimenti che si possono applicare per risolverli.

1) Aree scure o macchie su oggetti inglobati

A volte quando inseriamo degli oggetti all'interno della resina vediamo successivamente comparire degli aloni scuri o delle macchie che danno l'effetto bagnato.

Questo problema si verifica solitamente quando l'oggetto che viene incorporato all'interno della resina è poroso o di materiale cartaceo. Il verificarsi di questo evento deriva dal fatto che materiali di questo tipo tendono ad assorbire sostanze liquide.

SOLUZIONE:

Sigillare anticipatamente qualsiasi oggetto che sia di carta o poroso. Le modalità per farlo sono differenti ad esempio si può plastificare con apposita pellicola e macchina plastificatrice oppure si può spruzzare uno spray sigillante trasparente. Se non vuoi spendere troppi soldi o vuoi un sistema rapido che sia subito alla portata di mano, si può optare per dei sistemi casalinghi con discreti risultati:

- Scotch trasparente: applicare comune adesivo trasparente sopra e sotto l'oggetto da inglobare, come se fosse una plastificazione, facendo attenzione a non lasciare aree scoperte. 

- Colla: spalmare sull'oggetto una colla bianca a rapida asciugatura.

2) Resina non completamente indurita (resina appiccicosa) dopo il tempo suggerito

In questo caso può essere qualsiasi cosa, da un leggero appiccicume ad un disastro di portata epica.

Quando vediamo che la resina non è ancora asciutta dopo che è trascorso il tempo suggerito tendiamo ad andare subito in panico. Non sempre questo sintomo deve essere sinonimo di preoccupazione in quanto le resine sono altamente suscettibili alle condizioni climatiche e un ritardo nell'asciugatura è del tutto comprensibile se lavoriamo in luoghi freddi o con tassi di umidità non idonei.

Se passato molto tempo la resina non è ancora asciutta è il momento di preoccuparsi! In questo caso il problema potrebbe derivare da una pesatura non corretta dei componenti o di una loro non adeguata miscelazione. 

SOLUZIONI:

Seguire accuratamente le istruzioni riportate nell'etichetta o nei fogli illustrativi che vengono forniti. Assicurare di mescolare la giusta dose di quantità e indurente rispettando il rapporto indicato.

Misurare con precisione le quantità dei componenti e non aggiungere più o meno indurente. Anche se è una tecnica molto popolare su altri blog, tutorial o video youtube, non suggeriamo mai di utilizzare i tappi delle bottiglie come mezzo di pesatura, utilizzate una bilancia di precisione per la pesatura dei componenti.

Assicurarsi che tutte le attrezzature che vengono utilizzate siano ben asciutte e pulite. 

Conservare la resina in un ambiente a temperatura controllata. Sbalzi di temperatura possono generare condensa all'interno dei barattoli compromettendo le prestazioni del prodotto. Non conservare mai i barattoli in luoghi freddi. 

Se i tuoi oggetti risultano leggermente appiccicosi, puoi provare a levigarli e ricoprirli con altra resina. Invece, se la colata risulta molto morbida o non indurita difficilmente c'è un modo per salvare la creazione. Puoi provare ad estrarre la resina dallo stampo e pulire con alcool o acetone per rimuovere eventuali tracce di resina. In alternativa per pulire lo stampo da rimasugli di resina puoi effettuare una nuova colata nella speranza che una volta sformato l'oggetto solido lo stampo torni perfettamente pulito.

3) Cristallizzazione della resina e densità

Durante il periodo invernale la resina può risentire delle basse temperature. In modo particolare la componente A è quella più sensibile e soggetta a dei cambiamenti fisici visibili a occhio. 

Un primo cambiamento molto comune è la riduzione della fluidità del composto. Una "parte A" poco fluida rende difficile la miscelazione e può comportare una catalisi non corretta (parti non indurite, rallentamento dei tempi di asciugatura, etc.). Inoltre, una resina molto densa non favorisce la fuoriuscita di bolle d'aria e la colata risulterà piena di bolle e spesso anche di gradi dimensioni.

Il secondo problema che si può frequentemente riscontrare durante i periodi freddi è quello che viene definito come cristallizzazione della resina. E' possibile riscontrare questo effetto attraverso il cambiamento della tonalità di limpidezza del composto A che risulterà più o meno opalescente.

SOLUZIONI:

La risoluzione di entrambe le problematiche la riscontriamo nel calore. L'effetto termico (circa 30°C) è in grado di fluidificare la componente A ed eliminare la cristallizzazione.

Le modalità da utilizzare sono differenti: vicinanza ad una fonte di calore come il termosifone o pompa di calore, incubatore, fornetto, bagnomaria. 

Per eliminare la cristallizzazione è possibile anche inserire per 10 secondi il componente A all'interno di un forno a microonde. In questo caso non sarà possibile inserire il barattolo di latta all'interno del fornetto, ma il processo dovrà essere effettuato in idoneo contenitore.

In tutti gli altri metodi la temperatura consigliata si aggira intorno ai 30-35°C per una durata di tempo necessaria. Sconsigliamo di utilizzare strumentazione atta all'uso alimentare.

4) Resina piena di bolle

Questo problema si può verificare quando la resina reagisce con oggetti incorporati. Siano essi porosi, oggetti naturali (fiori, steli, etc.) o carte vintage non fa differenza. 

Ci sono molte altre ragioni che portano al formarsi di bolle nella resina. Il principale è la densità della resina, infatti, quando le temperature iniziano a scendere la resina risulta sempre meno fluida e questo impedisce la facile uscita delle bolle.

SOLUZIONI:

Rivestire con le adeguate tecniche gli oggetti prima di inglobarli all'interno della resina. Per quanto riguarda gli oggetti naturali fare anticipatamente il corretto ciclo di trattamento.

Assicurarsi che la resina sia fluida prima di mescolarla. Per aumentare la fluidità della resina basta lasciare le bottiglie in luoghi con temperature più elevate (ad esempio vicino ad una stufetta o un termosifone) oppure mettere le bottiglie a bagno maria (usando pentole che non verranno poi usate a scopo alimentare) a temperatura massima di 30 gradi per 5-10 minuti prima di utilizzarle. Assicurarsi che le bottiglie siano asciutte prima di utilizzarle per evitare contaminazioni della resina con l'acqua.

Se stai provando alcuni nuovi coloranti effettuare prima una piccola prova per avere la certezza che non ci saranno reazioni indesiderate.

5) La resina si attacca allo stampo

Può accadere che la resina completamente indurita si saldi perfettamente allo stampo e non c'è verso di sformare la creazione. Quando accade questo problema la colpa non sempre è da imputare alla resina, ma in alcuni casi dipende proprio dallo stampo.

SOLUZIONI:

Prima di tutto consigliamo sempre l'utilizzo di un agente distaccante anche quando vengono utilizzati stampi in silicone. Bisogna sforzarsi di avere la buona abitudine di usare prodotti distaccanti poiché facilitano a sformare e prolungano nel tempo la vita dello stampo.

Detto questo se la resina è attaccata al tuo stampo in plastica riutilizzabile, puoi provare a metterlo in congelatore per 1-2 minuti. Rimuovere dal congelatore lo stampo e sbatterlo su un piano duro per vedere se la resina esce in qualche modo. Se la resina non esce puoi provare a metterlo nuovamente nel congelatore per qualche altro minuto e procedere nuovamente. Solitamente se dopo 10 minuti di congelamento complessivi la resina non si è staccata dallo stampo difficilmente questa viene fuori.

Se la resina si è saldata al tuo stampo in silicone difficilmente c'è un modo per poterla tirare fuori. Comunemente abbiamo avuto modo di constatare che questo problema accade per colpa dello stampo e nel caso in cui viene colata della resina all'interno di uno stampo di recentissima fattura. La maturazione dello stampo in silicone è un processo di fondamentale importanza che deve essere pazientemente rispettato. Anche quando al tatto lo stampo sembra essere perfettamente asciutto, in realtà al suo interno la gomma può non essere perfettamente indurita e questo comporta il formarsi di una reazione con la resina. Pertanto consigliamo di utilizzare lo stampo in gomma siliconica solamente dopo 2-3 giorni dalla sua creazione. 

6) La resina si scalda e indurisce in poco tempo

Durante il processo chimico di reazione tra resina e indurente viene sempre a generarsi in maniera naturale del calore. Talvolta questo calore può essere eccessivo e comporta la rapida catalizzazione del composto.

Se la resina genera del "fumo" questo può essere dovuto alla temperatura troppo alta generata dalla reazione.

SOLUZIONI:

Miscelare la giusta dose di resina e indurente rispettando il rapporto suggerito e senza eccedere nelle quantità di indurente.

Utilizzare attrezzature idonee alla miscelazione. Vecchie bottiglie o contenitori in plastica o polistirolo possono contenere sostanze chimiche in superficie che facendo reazione accelerano il processo tra resina e indurente.

Non miscelare grandi quantità di prodotto in una sola volta. Oltre ad avere una catalisi veloce si avrà una forte reazione termica che può risultare molto pericolosa.

Le resine epossidiche standard (generalmente con rapporti 100:60) non devono mai essere usate in grandi quantità, lasciate concentrate in massa per tanto tempo e le colate non devono mai superare i 2,5cm di spessore per ogni singola colata. Per colate molto spesse in unica soluzione vanno utilizzate altre tipologie di resine a bassa esotermia come ad esempio la nostra Diamond TL.

7) La resina epossidica trasparente si è ingiallita 

Hai notato che passando un po' di tempo una creazione che avevi realizzato con la resina trasparente epossidica si è ingiallita e ti stai domandando perché.

La risposta è che le resine epossidiche per loro formulazione tendono ad ingiallirsi nel tempo stando a contatto con i raggi uv. Quindi quando le resine epossidiche stanno al sole tenderanno nel corso tempo ad ingiallirsi. La velocità di con la quale inizieranno questo processo dipenderà dall'intensità e dal tempo di esposizione ai raggi uv e dalla quantità di filtro uv che è stato inserito nella formulazione della resina.

Purtroppo, non esiste nessuna resina di carattere epossidico tradizionale (di nessuna marca commerciale) che non ingiallisce con il passare del tempo. Le uniche resine che possono resistere ai raggi uv e al suo ingiallimento sono le resine epossidiche modificate di carattere alifatico (resine cicloalifatiche).  

Riepilogo

Alcune delle problematiche che vi ho citato sopra sono caratteristiche inevitabili di qualsiasi tipologia di resina. Ad esempio il punto 1 che dipende da alcune categorie di oggetti che non vengono correttamente trattati prima di essere inglobati. Non possiamo pretendere che un foglio di carta grezzo inserito all'interno di una resina (prodotto liquido) non inizi ad assorbire il prodotto! 

Oppure il punto 3, per quanto riguarda la cristallizzazione, che è una caratteristica imprescindibile di tutte le resine a base epossidica. Certamente esistono formulati che hanno una migliore resistenza alle basse temperature, ma in linea generale la "parte resina" in tutti i prodotti tradizionali a base epossidica tende a cristallizzare se lasciata per lunghi periodi in luoghi con basse temperature. Fortunatamente niente di preoccupante poiché è solamente un temporaneo stato di densità e opacizzazione della resina, nulla che un po' di caldo non possa risolvere :) .

Problemi che possono insorgere nella resina come ad esempio una catalisi parziale sono quasi da imputare ad un mal mescolamento della resina e quindi la problematica non deriva dal prodotto ma è frutto di un "errore" umano. Qualsiasi formulato che sia resina o gomma siliconica funziona in massa, cioè, il prodotto se funziona reagisce tutto oppure se non funziona non reagisce per niente. Non può esistere all'interno di un barattolo parte di componente che funziona e parte no.

In altri formulati più complessi, come le resine poliuretaniche, che sono formati da una miscelazione di una molteplicità di materie prime, qualora i flaconi non venissero agitati bene prima di ogni uso possono crearsi problemi derivanti dalla divisione e sedimentazione delle materie prime o dalla formazione di umidità all'interno del flacone. Tuttavia, il prodotto dovrebbe comunque svolgere la reazione chimica e indurire completamente.

Tanti altri problemi che possono insorgere sono invece frutto delle caratteristiche della resina epossidica. Molte volte non possiamo neanche definirli veri e propri problemi, ma soltanto una scelta sbagliata della tipologia del prodotto in relazione alla lavorazione che dobbiamo effettuare. Se il nostro obiettivo è quello di effettuare una colata molto spessa (superiore a 2-5 cm) in unica soluzione, non possiamo scegliere una resina epossidica tradizionale in quanto possiede elevata reazione esotermica (conseguenze: surriscaldamento della resina, asciugatura troppo rapida, etc.). In questi casi il prodotto giusto sarebbe una resina a bassa esotermia con asciugatura più lenta che permette di effettuare in una sola colata spessori maggiori.

IMPORTANTE: Prima di passare all'operatività di un progetto è quindi fondamentale conoscere molto bene le caratteristiche dei prodotti che utilizziamo così da poter effettuare la scelta migliore per il lavoro che dobbiamo effettuare. Non esiste un prodotto universale che funziona per tutto, ma esiste il prodotto dalle caratteristiche adeguate alla lavorazione che dobbiamo effettuare. 

La nostra resina trasparente Magic Cristal possiede ottima resistenza alle basse temperature, ottima resistenza meccanica e al graffio e una bassa viscosità che facilita la fuoriuscita delle bolle d'aria e consente anche la realizzazione di oggetti di bassissimo spessore. Formulata con aggiunta di additivi che fungono da filtro UV per ridurre il più possibile l'ingiallimento nel tempo. Magic Cristal è una resina versatile con la quale è possibile realizzare oggettistica, manufatti, bijoux, gioielleria, fai da te e molto altro (anche oggetti calpestabili!). Può essere lasciata neutra oppure colorata attraverso paste colorepigmenti in polverepigmenti SET ORION o colori ad alcool. 

Speriamo che l'articolo ti sia stato utile. Se hai avuto altri problemi con la resina oppure hai altri consigli per porre rimedio a queste problematiche, faccelo sapere lasciando un commento nel box qui sotto.